Il maniaco assasino chiamato Baerth-ony, una volta era un ninja rispettabile e di medie capacità.
Ma chi nega l'evidenza e odia la verità non può essere un ninja, neppure mediocre.
E lui odia le persone, la verità e i fatti. Lui è un perverso persecutore della virtù.
Chiama amore ciò che è odio.
Chiama pace la guerra.
Chiama riposo lo sterminio.
Chiama verità la menzogna.
Chiama necessità i vizi e falso ciò che è vero.
Ma come dice il Bonzo venerabile Jo-so:
- Chi ammira vuole ammirare il fondo del mitico pozzo delle foreste del Nord, vi finisce dentro per l'eternità, e non ne esce più. -
martedì, dicembre 12, 2006
domenica, dicembre 10, 2006
Agilità e Scioltezza
Quando la guerra delle terre d'oltre oceano era terminata, quando la gloriqa di Murin-lai-friedec iniziava a illuminare il globo, quando il faro delle piane di Shanandosan iniziava a brillare per la prima volta i quanttro saggi Ses-wee-zo-ta, Mar-thee-non, Jo-so e La volpe cogitante si incontrarono nel luogo del Sacro consulto.
Erano anni che non si incontravano, perchè il mondo necessitava più che mai delle loro illuminazioni, ma per grazia del Fato riuscirono ad incontrarsi.
Scambiati i saluti iniziarono a relazionarsi sulle loro esperienze e sulle loro illuminazioni personali. Non il fiore che sboccia ma il sole che tramonta.
Il modo per raggiungere il più alto grado dello Zen.
Era applicare la scioltezza all'agilità.
Come narrava la storia di Er, l'uomo che per primo divenne Venerabile e Pio Bonzo Zen, seguirono un insegnamento di chi sapevano aveva già percorso il loro percorso prima di loro.
sabato, dicembre 09, 2006
Le note della pace
Certo, i guerrieri sono esperti nell'utilizzo delle spade e degli shuriken, ma portano la pace?
Ristorano gli animi stanchi dei viandanti? Ammansiscono i carovanieri? Addolcisono le fiere selvatiche?
Jo-lilb, prima di divenire il capo del coro della corte di Murin-laif-fridec, era un semplicissimo bardo girovago, portatore di pace e dispensatore di piccole felicità.
Arrivato in un villaggio nel quale stava imperversando la guerra per la succesione del capo tribù, Jo-lilb iniziò a suonare.
Portò la pace con la musica, porto l'armonia con una sinfonia.
Ristorano gli animi stanchi dei viandanti? Ammansiscono i carovanieri? Addolcisono le fiere selvatiche?
Jo-lilb, prima di divenire il capo del coro della corte di Murin-laif-fridec, era un semplicissimo bardo girovago, portatore di pace e dispensatore di piccole felicità.
Arrivato in un villaggio nel quale stava imperversando la guerra per la succesione del capo tribù, Jo-lilb iniziò a suonare.
Portò la pace con la musica, porto l'armonia con una sinfonia.
Polvere rossa
Cosa serbano nel cuore i pellegrini diretti al Tempio dello Lian-dil-ion?
Cosa ammirano i sovrani di Ramidash quando ammirano il loro più grande tesoro?
E li filosofo chiamato La Volpe Cogitante?
Lui, il più abile e destro dei quattro saggi, quando gli posero quelle domande rispose:
- Non serbo rancore nei confronti dei miei nemici.
Non maledico i cani. Non frusto i ladri.
Ma quanto sbaglio mi corico sopra la polvere rossa, elvevo me stesso umiliandomi. -
La Volpe Cogitante ha semre ragione.
Cosa ammirano i sovrani di Ramidash quando ammirano il loro più grande tesoro?
E li filosofo chiamato La Volpe Cogitante?
Lui, il più abile e destro dei quattro saggi, quando gli posero quelle domande rispose:
- Non serbo rancore nei confronti dei miei nemici.
Non maledico i cani. Non frusto i ladri.
Ma quanto sbaglio mi corico sopra la polvere rossa, elvevo me stesso umiliandomi. -
La Volpe Cogitante ha semre ragione.
giovedì, dicembre 07, 2006
Fiore?
Chi guida il carri della dirigenza imperiale sa fin troppo bene le parole che vi racconterò:
Il giovane Tar chiese al capo della sua scuola di guerrieri quale fosse la risposta all'enigma della cascata; che è il seguente.
Dove sorge il Sole così è il colore, dove si riposa l'Ape operosa è là la dimora, dove vive il Saggio lì si ristora.
Il capo della scuola di guerrieri sapeva la risposta all'enigma della cascata, ma volle scoprire se il giovane Tar era in grado di cogliere al risposta e gli domando:
-Se cammi e non ti nutri del miele, come mai l'ombra ti segue?-
Tar rispose: - So la risposta ma rispondi al mio enigma.-
Il capo non accettava l'irruenza dei suoi allievi e quindi, svelatogli l'enigma lo cacciò dalla scuola per guerrieri.
Tar visse per altri 123 anni contemplando tale illuminazione.
Il giovane Tar chiese al capo della sua scuola di guerrieri quale fosse la risposta all'enigma della cascata; che è il seguente.
Dove sorge il Sole così è il colore, dove si riposa l'Ape operosa è là la dimora, dove vive il Saggio lì si ristora.
Il capo della scuola di guerrieri sapeva la risposta all'enigma della cascata, ma volle scoprire se il giovane Tar era in grado di cogliere al risposta e gli domando:
-Se cammi e non ti nutri del miele, come mai l'ombra ti segue?-
Tar rispose: - So la risposta ma rispondi al mio enigma.-
Il capo non accettava l'irruenza dei suoi allievi e quindi, svelatogli l'enigma lo cacciò dalla scuola per guerrieri.
Tar visse per altri 123 anni contemplando tale illuminazione.
martedì, dicembre 05, 2006
Il tronco che sostenne la radice
Il Saggio vedeva il mondo mutare dinnanzi ai suoi occhi: secolo dopo secolo, ciò che sembrava necessariamente certo prima, era smentito e lasciato decadere nell'oblio dopo. Il tempo era tangibile e volatile come acqua evaporante, il pensiero puro e limpido come la neve della vetta piu maestosa: giunse però il giorno in cui questa vetta fu travolta da una tempesta di sabbia. Lo stolto si recò dal saggio e gli chiese il significato dell'Universo. Il saggio sentenziò:" Il vulcano ha ghiacciato, il loto ha sbocciato: finalmente il Buddha ha sorriso." Lo stolto rimase a meditare numerose lune, ma finalmente capì: l' Uomo iniziò allora la sua ricerca.
domenica, dicembre 03, 2006
Tempura
L'aria del mare
Non agisco. Penso.
Non dormo. Vivo.
Non vedo. Percepisco.
Non parlo. Canto.
Non uccido. Perdono.
Non odio. Benedico.
Non il sale ma l'aria del mare.
Non dormo. Vivo.
Non vedo. Percepisco.
Non parlo. Canto.
Non uccido. Perdono.
Non odio. Benedico.
Non il sale ma l'aria del mare.
lunedì, novembre 27, 2006
L'Alba del Tramonto
Gli stagni in riva al Grande fiume non sonopiù popolati dalle rane, si sono ritirate per l'inverno.
Nadar, il servo del saggio Bonzo Jo-so, sapeva che ogni inverno le rane andavano altrove; ma, quando fu interrogato del suo padrone, sulla destinazione delle rane, non seppe cosa dire.
Jo-so, dopo tre settimane di meditazione, licenziò Nadar.
Nadar, recandosi alla ricerca di una casa, visto che non ne aveva più una, colse che le rane dello stagno facevano lo stesso ragionamento. La loro destinazione era una nuova dimora.
Torno dal Pio Bonzo Jo-so che lo riaccolse con grande affetto e aprezzamento per quel piccolo grado di illuminazione che Nadar aveva colto.
Era come l'alba di un tramonto.
sabato, novembre 11, 2006
La direzione
Il vento del Nord iniziò a soffiare il freddo per tutto il regno, l'inverno era lalle porte.
Una live farfalla sbatteva per l'ultima volta le ali, conscia che il suo volare sarebbe finito.
Il fiume stava per ghiacciare e le piane di Erin si imbiancavano della più bianca delle nevi.
L'allievo vide tutto ciò e chiese al maestro se fosse utile salvare l'insetto.
Il maestro prese della cenere dal falò lì vicino e, dopo averne depositato un pò sulla testa dell'allievo, disse: - Non chi vuoi salvare, ma chi si salva. -
L'allievo capì. Il maestro, quella stessa sera morì. Aveva attinto dal vero spirito dello Zen.
Una live farfalla sbatteva per l'ultima volta le ali, conscia che il suo volare sarebbe finito.
Il fiume stava per ghiacciare e le piane di Erin si imbiancavano della più bianca delle nevi.
L'allievo vide tutto ciò e chiese al maestro se fosse utile salvare l'insetto.
Il maestro prese della cenere dal falò lì vicino e, dopo averne depositato un pò sulla testa dell'allievo, disse: - Non chi vuoi salvare, ma chi si salva. -
L'allievo capì. Il maestro, quella stessa sera morì. Aveva attinto dal vero spirito dello Zen.
mercoledì, novembre 01, 2006
Faccio bene a studiare
L'allievo del capo Brahamino del villaggio Xen-iug, chiese al suo istruttore:
-Faccio bene a studiare le discipline magiche o dovrei approfondire le arti di combattimento?-
E il saggio Brahamino rispose:
- Il vento muove l'albero? No, muove i bocciuoli del fiore del mandorlo.-
L'alievo capì. Si mise per terra, straiato supino, e dopo aver cantato l'Inno sacro riprese a studiare.
lunedì, ottobre 30, 2006
L'ultima lacrima
Se dovessi cadere dentro un fiume nero, come l'inchiostro, rotolare perduto tra i momenti del passato in un baratro senza ritorno.
Se dovessi sparire nei meandri della terra e non vedere più la luce del giorno,
ma è sempre e soltanto la stessa vecchia storia e nessuno lo scoprirà.
Lasciate mi qui, nel mio pezzo di cielo ad affogare i cattivi ricordi.
Per le vie della città io passeggio da solo e nessuno lo scoprirà.
La vita corre svelta, tra i palazzi e i viali del mondo,
leggeri volano i vestiti e la musica ci accompagna.
Amico, sii triste per il tempo che serve ma ricordati che la vita non finisce.
Non sprofondare in un fiume nero, lotta contro la malinconia perchè nessuno ti vuole triste.
Conta su di me così come sò che posso contare su di te.
Non sparire nei meandri della terra ma sorridi.
Versa la tua ultima lacrima e abbraccia di nuovo la vita che ci appartiene.
Per Samuele
Se dovessi sparire nei meandri della terra e non vedere più la luce del giorno,
ma è sempre e soltanto la stessa vecchia storia e nessuno lo scoprirà.
Lasciate mi qui, nel mio pezzo di cielo ad affogare i cattivi ricordi.
Per le vie della città io passeggio da solo e nessuno lo scoprirà.
La vita corre svelta, tra i palazzi e i viali del mondo,
leggeri volano i vestiti e la musica ci accompagna.
Amico, sii triste per il tempo che serve ma ricordati che la vita non finisce.
Non sprofondare in un fiume nero, lotta contro la malinconia perchè nessuno ti vuole triste.
Conta su di me così come sò che posso contare su di te.
Non sparire nei meandri della terra ma sorridi.
Versa la tua ultima lacrima e abbraccia di nuovo la vita che ci appartiene.
Per Samuele
domenica, ottobre 22, 2006
Dominare il Se
Un marinaio, Lon-pau, che aveva combattuto nelle terre d'oltre oceano, propose al saggio Ses-wee-zo-ta di compiere un viaggio.
Costoro erano grandi amici e, se non per i due differenti stili di abbracciare la vita che avevano intrapreso, camminavano in perfetta e assoluta armonia. Amici.
Lon-pau pose al suo amico una domanda:
-Convienel asciarsi trainare dal il giogo ammaliante della rabbia, che produce forza, irruenza e grandiosità; oppure abbassare la testa in segno di umiltà è ciò che ci eleva? -
Ses-wee-zo-ta rspose:
- Il sole non smette mai di sorgere; ricorda però che non si videro mai albe tanto magnifiche quanto quelle di Altras ( cittadina ai confini del mondo) o tramonti stupefacenti come quelli a Reminos ( cittadina ai confini del regno di Sadret). -
Lon-pau capì. Viaggiarono assieme
Il ruggito della tempesta
Esisteva un Bonzo corrotto che odiava più della metà delle creature presenti sulla terra. Il suo nome tradotto in questa lingua significa '' il verme stercoraro, la serpe storpia ''; anche i suoi genitori vedendolone ebbero ribrezzo.
Costui proferì tali eresie:
- Odio il buono perchè chi chiamo cattivo è più buono di chi voi chiamate cattivo, non sopporto la parità , i diritti, gli stati, i regni, odiò l'autorità e disprezzo il duro lavoro dell'uomo. -
Costui era avvezzo fare dei disegni Zen, sotto alcuni punti di vista abbastanza interessanti, ma un giorno pitturò una falena.
Essa uscì dalla pittura e lo condusse per mare, e una volta arrivata nel punto dove l'acqua era più profonda si librò in alto e battendo le ali causò una tempesta, il bonzo corrotto morì.
Da solo aveva prodotto la sua condanna a morte.
Costui proferì tali eresie:
- Odio il buono perchè chi chiamo cattivo è più buono di chi voi chiamate cattivo, non sopporto la parità , i diritti, gli stati, i regni, odiò l'autorità e disprezzo il duro lavoro dell'uomo. -
Costui era avvezzo fare dei disegni Zen, sotto alcuni punti di vista abbastanza interessanti, ma un giorno pitturò una falena.
Essa uscì dalla pittura e lo condusse per mare, e una volta arrivata nel punto dove l'acqua era più profonda si librò in alto e battendo le ali causò una tempesta, il bonzo corrotto morì.
Da solo aveva prodotto la sua condanna a morte.
giovedì, ottobre 12, 2006
Guidare il Carro
Imparò a guidare il carro il figlio del saggio Ses-wee-zo-ta e, interrogato da suo padre su quale vosse il desiderio che lo spingeva a viaggiare asserì con fermezza:
- La foresta di Ramidash è impervia da solo, ma accompagnati si trova il coraggio. Non pongo domande ma cerco risposte-.
Detto questo prese in mano della terra e, soffiatala via, guardò in alto piangendo.
Ses-wee-zo-ta si compiacque della saggezza del figlio.
sabato, ottobre 07, 2006
La goccia nella Cascata
Avete già sentito parlare dello Shedar del pio Bonzo My-huf, ma ne conoscete la storia?
Ve la narrerò! I fiumi erano rigogliosi, le rondini non avevano ancora iniziato a essere testimoni delle diverse forme di sagezza contenute nella nostra terra, i prati era sempre in fiore e le api godevano del nettare del più spettacolare albero conosciutoil Twa-nio.
My-huf non sapeva molto della botanica e della scienza delle erbe mediche ma in un momento, osservando un bonsai, colse la luce che attraversava impermeata della linfa vitale dlella pianticella le venature di una foglia del piccolo alberello.
Capì. Intuì il tutto.
Fondò il tempio chiamato (nella lingua che quotidianamente proferiamo): Il posto dove restiamo ad ammirare le ultime luci della verità, siamo contemplatori della unica fede nell'unica verità.
Uno dei suoi primi discepoli lo interrogò a riuguardo del bello e My-huf rispose:
- Io non so chi sia a costruire le cascate e le montagne, ma so che è lo stesso che crea tutto il resto, io lo ringrazio.-
L'allievo non capì, chiese ulteriori spieazioni al Bonzo ed egli disse:
- Seppure perdi la vità, non morrai, ma se muori allora si che perdi la vita!-
L'allievo era più che mai confuso e chiese un altro chiarimento al maestro che, indossato il suo vestito da allenamento, un semplice Shedar, lo guardò, gli accarezzò il viso e sorrise.
My-huf prese ad illuminarsi come prima nessuno mai, l'allievo capì.
L'allievo corse per i quattro angoli del mondo a dire a tutti di quel pio Bonzo, My-huf, e del suo Shedar.
giovedì, ottobre 05, 2006
La verdeggiante foglia d'autunno
Erano i tempi in cui le stagioni convivevano pacificamente tra loro, la guerra delle Terre d'Oltreoceano doveva ancora avere inizio, anzi, la parola "guerra" non era nemmeno conosciuta dall'uomo che allora abitava il neonato Mondo. L'allievo chiese al saggio:"Maestro, cos è la speranza?". Il maestro indicò un albero privo di foglie, a parte una che pendeva da un ramo:"Anche se le rondini sono migrate all'Est da settimane, quella foglia rimane una salda ospite dell'ormai nuda chioma dell'albero". Udito tale, l'allievo fu illuminato e cadde in una profonda meditazione che l'accompagnò per settimane, secoli, Ere.
Arrivò il momento in cui la foglia si staccò, e fu allora che l'Uomo conobbe l'odio, la vendetta, la bramosia di potere. Finalmente un giorno l' illuminato allievo, ormai divenuto esso stesso Saggio, si svegliò dalla profonda meditazione e notò che la foglia era tornata al suo ramo. Capì: la lucente gloria di Murin-laif-fridec stava per avere inizio.
mercoledì, ottobre 04, 2006
La nuvola che oscurò il cielo
Un giorno giunse al villaggio un vecchio che annunciò di essere il "saggio" che avrebbe illuminato tutte le genti del mondo. In realtà costui era predicatore di menzogne e attirava piu gente di quanto non lo facesse il vero Saggio del villaggio. Arrivò il giorno in cui tutti gli abitanti ritennero esser l'impostore il vero dispensatore di conoscenze, poichè le sue false verità erano piu facili da capire e seguire. Quando l'impostore si presentò alla dimora del Saggio, sentenziò:"Il macignò ha ormai schiacciato l'esile filo d'erba". Udito tale, il Saggio rispose:"Per quanto il macigno possa schiacciare, non potrà mai distruggere il filo d'erba". Dette queste parole il Saggio morì e l'impostore prese il suo posto.
Il villaggio prosperò, sino a diventare una città... una metropoli...una capitale di un regno che si estendeva sino all'orizzonte. Questo era il regno di Sehr-Than detto "il superbo", popolato da uomini altrettanto superbi convinti di essere i piu giusti dei giusti e di possedere le vere conoscenzei, quando in realtà erano i piu stolti tra tutte le genti. Tale superbia portò guerre, oppressione e miseria ai popoli abitanti le terre vicine... Solo un uomo riuscì a far crollare questa tirannide e a riportare la Luce della Conoscenza alle genti di Sehr-Than: Murin-laif-fridec, il salvatore di tutti gli uomini.
Ricordi delle gioventù passate
Non potrei pensare alla saggezza senza che il mio ricordo non si soffermi sulla frase che il monaco del tempio dell'Ovest disse prima di suonare il nuovo Gong, il Gong forgiato dalla fusione delle armi dei luogotenenti di Murin-laif-fridec,appena finita l'ultima guerra.
Disse : -L'alba arriva quando il Sole sorge? No! L'alba arriva quando la terra volge ilsuo viso ad Est.-
Disse : -L'alba arriva quando il Sole sorge? No! L'alba arriva quando la terra volge ilsuo viso ad Est.-
L'agilità e la la scioltezza
Il saggio Kon-sen pose questa domanda al suo allievo, l'inesperto Hainan:
- Se la rugiada delle campagne in fiore delle fertili vallate dello Liand-il-ion non riesce a racchiudere la saggezza dello Zen, come può l'allievo del maestro collocare il suo posto nell'universo? -
Hainan non rispose e chiese al Saggio kon-sen la risposta. Lui dopo aver indicato una cavalletta disse:
-La luce mio ignaro allievo- sospirò e ripetè più sommessamente - la luce!-.
Indicò la cavallettà per la seconda volta, la prese in mano e morì.
martedì, ottobre 03, 2006
I quattro massimi saggi Zen
Chi ha allenato Murin-laif-fridec?
Semplice: i quattro saggi Mar-tee-non, Ses-wee-zo-ta, Jo-so e il quarto
chiamato da tutti col soprannome di La Volpe Cogitante.
Costoro erano senza ombra di dubbio i quattro saggi Zen per eccellenza, i migliori di tutto il mondo allora conosciuto, e tuttora fatichiamo a trovare individui di tale illuminazione e perspicacia.
Il giovane Brahamino Murin-laif-fridec, aveva affinato le sue tecniche e la sua saggezza nella guerra delle terre d'oltre oceano, assieme a Gon-kjo, Gtre-nuif ( il fondatore della scuola di Grte-nuit nella quale sarebbe stato addestrato Meder), il pio bonzo My-huf e Kunming.
Tuttavia era ancora inadatto a diventare quello per cui era nato.
Ognuno dei quattro Maestri zen ha una sua storia, che vi sarà narrata in seguito, e ognuno di loro ha una sua abilità che insegnò al futuro Condottiero.
Jo-so lo preparò in ogni lotta allora conosciuta e di futura scopertà, La volpe cogitante gli aprì la mente con i suoi racconti mitici, Mar-tee-non gli profuse tutta la sua saggezza e Ses-wee-zo-ta gli insegno aa dominare i 5 elementi ossia acqua, aria, fuoco e terra. Tutti conoscono il quinto elemento.
Semplice: i quattro saggi Mar-tee-non, Ses-wee-zo-ta, Jo-so e il quarto
chiamato da tutti col soprannome di La Volpe Cogitante.
Costoro erano senza ombra di dubbio i quattro saggi Zen per eccellenza, i migliori di tutto il mondo allora conosciuto, e tuttora fatichiamo a trovare individui di tale illuminazione e perspicacia.
Il giovane Brahamino Murin-laif-fridec, aveva affinato le sue tecniche e la sua saggezza nella guerra delle terre d'oltre oceano, assieme a Gon-kjo, Gtre-nuif ( il fondatore della scuola di Grte-nuit nella quale sarebbe stato addestrato Meder), il pio bonzo My-huf e Kunming.
Tuttavia era ancora inadatto a diventare quello per cui era nato.
Ognuno dei quattro Maestri zen ha una sua storia, che vi sarà narrata in seguito, e ognuno di loro ha una sua abilità che insegnò al futuro Condottiero.
Jo-so lo preparò in ogni lotta allora conosciuta e di futura scopertà, La volpe cogitante gli aprì la mente con i suoi racconti mitici, Mar-tee-non gli profuse tutta la sua saggezza e Ses-wee-zo-ta gli insegno aa dominare i 5 elementi ossia acqua, aria, fuoco e terra. Tutti conoscono il quinto elemento.
domenica, ottobre 01, 2006
Yumen a Kin-vred
Yumen era diventato un Bonzo corrotto e riuscì ad assoggettare tutte le genti del regno di Kin-vred, -questo già lo sapevamo- direte; e saprete anche che riuscì in questo intento con l’aiuto della Materia Oscura.
Il regno di Kin-vred godeva del più potente esercito di ninja che la storia abbia mai conosciuto,istruiti nella lotta corpo a corpo, nelle battaglie e nelle arti magiche del combattimento lerndiano.
Yumen sapeva tutto ciò e sapeva che se avesse assoggettato quell’armata valorosa nulla più gli sarebbe stato impossibile.
Presentatosi all’entrata del regno armato solo del suo bastone e del suo Sheridan corrotto chiese l’inconto col re, e il re ammaliato dalle arti illusorie di Yumen acconsentì la visita.
- Come cavalcherai senza cavallo?- chiese Yumen al monarca e questi rispose:
- Come conoscerò il D-o senza conoscerlo di persona così cavalcherò senza il mio destriero -.
Il monarca era un uomo saggio e la sua risposta lo era di conseguenza, non temeva la magia di Yumen perché la saggezza gli aveva conferito una tale illuminazione che le perversioni mistiche non potevano scalfirlo.
Yumen sapeva tutto questo e preso in mano un bastone pronunciò le seguenti parole:
- L’oblio del fiore del loto cade sulla rugiada, la quercia si sradica e la cenere beve -.
Tutto si fermò, a parte Yumen, e così divenne il nuovo monarca del regno di Kin-vred, da allora nominato regno degli uomini fermi.
Nel frattempo Murin-laif-fridec stava ultimando il suo allenamento, solo lui lo avrebb potuto sconfiggere.
sabato, settembre 23, 2006
Menodar e Murin-nieter-fridec
La dove si posa l'astro di Tam-con, il pargolo ride e la serva umile fa da tramite per la luce all'umanità
Questa è la profezia che da tenpi indefiniti guida ogni speranza di ogni individuo di ogni etnia che passa davanti alla mistica stele di Danmor.
Il figlio del Brahamino Murin-tjo-fridec, appunto il venerando Murin-nieter-fridec, conobbe Menodar, all'epoca nulla più che un'umile sacerdotessa della dinastia Laif.
I due si piacevano ma la guerra delle Terre d'Oltreoceano impegnò il figlio del Brahamino e allo stesso tempo i servizi richiesti alla sacerdotessa Menodar non erano mai stati in una quantità così elevata.
Per 10 lunghi anni i due innamorati non poterono che godere dei ricordi che l'uno aveva dell'altro.
Ma, lo stesso giorno in cui Gon-kjo ritornò al suo villagio, i due, il figlio del Brahamino divenuto lui stesso venerabile Brahamino e la sacerdotessa, si riincontrarono.
Si unirono in matrimonio e concepirono il futto del loro amore.
Nel loro atto riversarono tutte le speranze di un domani migliore, senza guerre, di una pace perpetua.
Nove mesi dopo un astro, l'astro di Tam-con, si posò sopra la pagoda lungo le rive del Jenisej nella quale agitavano una Sacerdotessa non più pregnate, Menodar e un Brahamino divenuto padre, Murin-nieter-fridec.
La profezia della mistica stele di Danmor si era avverata, era nato Murin-laif-fridec.
I Salici del fiume Jenisej smisero di piangere.
Questa è la profezia che da tenpi indefiniti guida ogni speranza di ogni individuo di ogni etnia che passa davanti alla mistica stele di Danmor.
Il figlio del Brahamino Murin-tjo-fridec, appunto il venerando Murin-nieter-fridec, conobbe Menodar, all'epoca nulla più che un'umile sacerdotessa della dinastia Laif.
I due si piacevano ma la guerra delle Terre d'Oltreoceano impegnò il figlio del Brahamino e allo stesso tempo i servizi richiesti alla sacerdotessa Menodar non erano mai stati in una quantità così elevata.
Per 10 lunghi anni i due innamorati non poterono che godere dei ricordi che l'uno aveva dell'altro.
Ma, lo stesso giorno in cui Gon-kjo ritornò al suo villagio, i due, il figlio del Brahamino divenuto lui stesso venerabile Brahamino e la sacerdotessa, si riincontrarono.
Si unirono in matrimonio e concepirono il futto del loro amore.
Nel loro atto riversarono tutte le speranze di un domani migliore, senza guerre, di una pace perpetua.
Nove mesi dopo un astro, l'astro di Tam-con, si posò sopra la pagoda lungo le rive del Jenisej nella quale agitavano una Sacerdotessa non più pregnate, Menodar e un Brahamino divenuto padre, Murin-nieter-fridec.
La profezia della mistica stele di Danmor si era avverata, era nato Murin-laif-fridec.
I Salici del fiume Jenisej smisero di piangere.
martedì, settembre 19, 2006
L'ombra della fontana
Gir-den, uomo ricco stressato dagli impegni mondani, levò il suo capo ad oriente e lascio che le aurore del sole mattutino ispirassero il suo cammino.
Capì che doveva andare dal saggio, lo stesso interrogato da Ho-jaen, e chiedergli quale fosse il senso della vità.
Scalata la vetta del monte Jaozi, arrivo nel posto dove il vecchio Sen-sei dimorava e gli pose la domanda.
Il saggio, lo stesso interrogato da Ho-jaen, accarezzatosi la barba si alzò in piedi e rispose: -la vita è una fontana-.
Silenzio. Gir-den andò su tutte le furie: -Vecchio sconsiderato -urlò- come ti permetti di darmi una rsposta così dopo tutti i percorsi che ho intrapreso per raggiungerti?-.
Il saggio ripsose: - Va bene, la vita non è una fontana -.
E, guardato il sole tramontare, sorrise coma mai prima, aveva imparato una novità!
Gir-den non capì e tornò alla sua dimora sconsolato.
domenica, settembre 17, 2006
La dolcezza
sabato, settembre 16, 2006
La risata dell'arcobaleno
Il vecchio saggio stava percorrendo il Deserto dell'Ovest per comprendere l' Essenza Ultima dell' Universo. Un giorno fu assalito da una temibile banda di predoni del Deserto, i quali imposero al saggio di consegnare loro tutto ciò che egli possedesse. Il vecchio mostrò con candida innocenza di non possedere altro che i suoi umili stracci e la sua ricerca di Conoscenza. Un predone, colto da un attacco d'ira, si scagliò sul vecchio e gli tagliò parte del braccio. Creando lo stupore di tutti, il vecchio non mostrò alcun segno di dolore o sofferenza, anzi, si mise a danzare ridendo a squarciagola e dimenando ciò che gli restava del braccio mutilato. I più non capirono, rimasero a guardarlo ammutoliti e il capo dei predoni si sedette dinnanzi al saggio e lo osservò mentre danzava. La sua danza continuò per numerose lune, fino a che il capo chiese:"Non è forse la foglia a decadere in autunno?"
Il saggio rispose:"Essa non decade poichè era un'ospite della folta dimora della chioma dell'albero"
Proferite tali parole, il saggio si accasciò a terra e morì.
La maggior parte dei predoni si rese conto della propria vita di misfatti e menzogne e si strangolarono con le proprie mani. Il capo e pochi altri fidati, invece, capirono ben oltre l'apparente significato delle parole del saggio e furono Illuminati. Questi saranno ricordati per esser diventati i Generali Primi della gloriosa armata di Murin-Laif-Fridec.
venerdì, settembre 15, 2006
L'ira di Hainan
Durante l'apprendistato di Meder, allievo più giovane della scuola Gtre-nuif, Hainan decise di interrogare le scritture riguardo ciò che lui riteneva un grande mistero: lo Shedar di My-huf.
Lo Shedar di My-huf lo possiamo considerare come un vestito intriso dell'essenza stessa del pio Bonzo My-huf.
Hainan cercò le risposte sui due libri più famosi, quelli con più risposte e con più saggezza.
Sul libro della verità e della luce trovò questa risposta:
-Se lo cerchi non lo trovi, ma se lui cerca te per primo allora lui ti troverà e tu lo troverà-.
Sul libro della notte e dell'inganno trovò questà risposta:
- Lo Shedar è l'ultima melodia della tua vita ma allo stesso tempo il tuo primo pianto di quando eri in fasce, cerca te stesso e troverai gli Altri, cerca gli altri e troverai il Meteron, l'involucrò dello Shedar e questo ti dovra bastare, perchè nessuno indosserà lo Shedar dopo il pio Bonzo My-huf-.
Letto queste parole Hainan serbò rancore nel suo cuore e trasformò il suo rancore in ira, la sua gioia in odio e il suo apetito in sete di Vendetta.
Meder, il giovane apprendista, era ormai arrivato a praticare le prime arti di telepatia e intuì per un secondo i pensieri malvagi di Hainan, ne rimase talmente sconvolto che da quel giorno ad oggi Meder è conosciuto come "Il sussurro del vento e il grido del sasso, l'uomo che non proferisce mai parola perchè ciò che senti lo indusse al silenzio".
Ma, amici e discepoli miei, parla più un silenzio di Meder che tutta la musica della fanfara regia del Gran Re Murin-laif-fridec.
La Materia Oscura
Yumen, capo degli stregoni del grande regno di Kin-vred, volle superare in ardire il grande Signore.
Studio le arti proibite per il tempo necessario affinchè le assolate regioni di Madt-rei-nom diventassero di ghiaccio.
Studiò la Materia Oscura, ossia la materia proibita, neanche i più potenti stregoni osavano pronunciare il genere di formule contenute nel libro della Materia Oscura.
Yumen era diventato un Bonzo corrotto e riuscì ad assoggettare tutte le genti del regno di Kin-vred, un solo uomo gli si oppose.
Ora non ho il cuore necessario per raccontarvi tutta la storia ma presto ci riuscirò.
Un solo Uomo lo sconfisse si chiamava Murin-laif-freidec, il salvatore di tutte le terre conoscute.
Studio le arti proibite per il tempo necessario affinchè le assolate regioni di Madt-rei-nom diventassero di ghiaccio.
Studiò la Materia Oscura, ossia la materia proibita, neanche i più potenti stregoni osavano pronunciare il genere di formule contenute nel libro della Materia Oscura.
Yumen era diventato un Bonzo corrotto e riuscì ad assoggettare tutte le genti del regno di Kin-vred, un solo uomo gli si oppose.
Ora non ho il cuore necessario per raccontarvi tutta la storia ma presto ci riuscirò.
Un solo Uomo lo sconfisse si chiamava Murin-laif-freidec, il salvatore di tutte le terre conoscute.
venerdì, settembre 08, 2006
Kunming
Kunming era la più grande guerriera delle terre conquistate.
Amata anche dai sui nemici in quanto alla sua onestà, ma un giorno muorì senza lasciare eredi.
Anche se nessuno poteva batterla era stata sconfittà.
Amata anche dai sui nemici in quanto alla sua onestà, ma un giorno muorì senza lasciare eredi.
Anche se nessuno poteva batterla era stata sconfittà.
Il costo di una domanda
Mit-lan, giovane mercante di seta, interrogo il vecchio e saggio Mor-id-oio e gli pose la più difficile delle domande che si possono fare.
-Come mai il ginepro non ha le rose? dimmelo grande Saggio?-
E Mor-id-ioi rispose, con una calma sovraumana e con una saggezza a dir poco disarmante:
-Tu sei un giovane mercante giusto?- annui il giovane mercante- E allora saprai sicuramente che le terre dell'Ovest sono più fertili delle terre dell'Est, ciò nonostante quest'ultime producono più nutrimento, vedi ti rispondi da solo!-
Il giovane non capiva, anzi, era ancora più confuso e il Saggio provò a dargli un'altra risposta:
- Tu sei un giovane mercante giusto?- annui il giovane mercante- E allora saprai sicuramente che il fiume dello Lian-dil-ion scorre verso Sud, ti rispondi da solo per la seconda volta!-
Il giovane non capì l'evidenza, e, non capendo nemmeno se stesso, si impiccò legandosi ad un albero di ginepro.
-Come mai il ginepro non ha le rose? dimmelo grande Saggio?-
E Mor-id-ioi rispose, con una calma sovraumana e con una saggezza a dir poco disarmante:
-Tu sei un giovane mercante giusto?- annui il giovane mercante- E allora saprai sicuramente che le terre dell'Ovest sono più fertili delle terre dell'Est, ciò nonostante quest'ultime producono più nutrimento, vedi ti rispondi da solo!-
Il giovane non capiva, anzi, era ancora più confuso e il Saggio provò a dargli un'altra risposta:
- Tu sei un giovane mercante giusto?- annui il giovane mercante- E allora saprai sicuramente che il fiume dello Lian-dil-ion scorre verso Sud, ti rispondi da solo per la seconda volta!-
Il giovane non capì l'evidenza, e, non capendo nemmeno se stesso, si impiccò legandosi ad un albero di ginepro.
mercoledì, settembre 06, 2006
La derisione
Un gorno i monaci del padiglione ovest del tempio stavano avendo una disputa con i monaci del padiglione est. Gli uni sostenevano che fosse il vento a muovere le foglie del ciliegio mentre gli altri sostenevano che fosse il ciliegio stesso a muoversi. Giunse il saggio e chiese cosa stesse succedendo. Capita la situazione, questi esclamò:"Stolti! Si curano forse le rondini delle maree dell'oceano?" Detto questo si cosparse il corpo di terra e si sedette all'ombra del ciliegio cadendo in profonda meditazione. I monaci furono Illuminati.
mercoledì, agosto 09, 2006
I tre Saggi
Tre saggi eremiti si misero sopra la vetta del colle dal quale potevano ammirare tutto il regno.
Si misero in meditazione, in silenzio e concentrazione.
Dopo tre anni passò un cavallo bianco.
-È passato un cavallo bianco-disse il più sprovveduto.
-Si era bianco!- disse dopo quatro anni dall'affermazione del precedente saggio.
Dieci anni dopo l'ltimo saggio disse:
-Basta fare rumore! Così la natura scivola, così il saggio Medita!-
Gli altri due capirono.
Si misero in meditazione, in silenzio e concentrazione.
Dopo tre anni passò un cavallo bianco.
-È passato un cavallo bianco-disse il più sprovveduto.
-Si era bianco!- disse dopo quatro anni dall'affermazione del precedente saggio.
Dieci anni dopo l'ltimo saggio disse:
-Basta fare rumore! Così la natura scivola, così il saggio Medita!-
Gli altri due capirono.
I sandali
-Maestro come mai portiamo i sandali?-
fu la domanda che il timido allievo porse al saggio Maestro e lui così rispose:
-Siamo noi che portiamo i sandali.-
Poi si tolse i sandali li bruciò e ripetè:
-Siamo noi che portiamo i sandali.-
Allora il giovane, vincendo la timidezza chiese:
-Siamo noi che portiamo i sandali?-
E il saggio e anziano maestro, indicò il più vicino albero di ciliegio del giardino e rispose:
-Io porto i sandali anche quando non li ho addosso-
Il giovane contemplò la saggezza.
La scodella vuota
martedì, agosto 01, 2006
La raccolta
Il giovane Ho-Jaen ogni giorno sulla strada del ritorno alla sua dimora vedeva un vecchio saggio all'ombra di un ciliegio che praticava esercizi fisici di estrema difficoltà con una leggerezza e maestria straordinaria. La sua agilità era tale a quella di una gazzella e la sua forza paragonbile solo a quella di un leone. Ho-Jaen si chiedeva come potesse fare il vecchio ad una così veneranda età a possedere un così grande vigore in corpo, addirittura superiore a quello del giovane. Un giorno vi si avvicinò mentre praticava una verticale sostenendosi unicamente con un dito, e gli chiese il suo segreto. il vecchio allora gli indicò uno scoiattolo mentre immagazzinava noci nella sua tana. Dopodichè si denudò e si reco nel villaggio. E il giovane fu Illuminato.
lunedì, luglio 10, 2006
L'esistenza
domenica, luglio 09, 2006
La Conchiglia dell'oceano
Le clessidre di Aminar, le mitiche clessidre di Aminar, non avevano iniziato a scorrere che già la conchiglia dell'oceano esisteva.
Passava il tempo ascoltando il mare, dialogando col la brezza della mattina, parlando col vento della sera, gridando con la luna, scherzando col sole.
I saggi sapevano che quella conchiglia consoceva come funzionava la sfera della conoscenza e una volta vollero interrogarla.
Non riuscirono più a trovarla nell'assolato mattino dell'inverno delle terre del Sud.
Cercarono meglio e si accorsero che un mollusco aveva preso la cochiglia dell'oceano come casa e capirono.
Se un piccolo essere si era stabilito nell'edificio della Conoscienza, loro dovevano imitarlo.
Questi saggi sono i famosi fondatori del templi di Cadiar, Zao-tung, Lian-dil-ion e Brad-fion.
Passava il tempo ascoltando il mare, dialogando col la brezza della mattina, parlando col vento della sera, gridando con la luna, scherzando col sole.
I saggi sapevano che quella conchiglia consoceva come funzionava la sfera della conoscenza e una volta vollero interrogarla.
Non riuscirono più a trovarla nell'assolato mattino dell'inverno delle terre del Sud.
Cercarono meglio e si accorsero che un mollusco aveva preso la cochiglia dell'oceano come casa e capirono.
Se un piccolo essere si era stabilito nell'edificio della Conoscienza, loro dovevano imitarlo.
Questi saggi sono i famosi fondatori del templi di Cadiar, Zao-tung, Lian-dil-ion e Brad-fion.
mercoledì, luglio 05, 2006
La prima lacrima del Dragone
Erano i primi tempi delle Antiche Ere, dove i secoli scorrevano fugaci come rondini fuggenti dall'inverno, l'acqua non conosceva ancora l'odio verso il fuoco e il fuoco si lasciava accarezzare le fiamme dalle leggere piogge autunnali. Il Grande Dragone dimorava sulle antiche alture dello Zao-Tung e dispensava consigli a chiunque ne avesse bisogno. Tutti si recavano da costui ed era ben felice di poter aiutare con la sua dissetante saggezza. Una mattina della Nuova Primavera si rese conto di essere in difficolta e di dover chiedere lui stesso consiglio. Girò tutto il mondo ma non riusci a trovare nessuno che sapesse soddisfare il suo dubbio, allora perscorse l'intero universo. Passarono anni, secoli, ere. Ritornò nella sua dimora ma il mondo ,privo da troppo tempo dei suoi consigli, era cambiato: era giunto l'uomo che si faceva la guerra, le stagioni si opponevano tra di loro, e i tulipani della Valle non sussurravano piu.
Il dragone capì. Pianse. Le sue lacrime dissetarono di Verità i piu giovani, e così nacquero i primi saggi. Il Dragone morì.
martedì, luglio 04, 2006
venerdì, giugno 30, 2006
La stella dello Smeraldo
Non tutti hanno il cuore per ascoltare le Montagne di Nior raccontare queste storie; io ci riuscii e me le segnai indelebilmente nella mia mente.
I Grifoni del giardino del Sultano erano più di migliaia all'epoca del grande avvenimento.
I Dreidi commerciavano le migliori sete di Migiod, e le acque continuavano a scorrere.
Sao, il più intrapredente dei commercianti Dreidi, volle cercare la Stella dello Smeraldo, il più famoso grande e rinomato gioiello del mondo.
Nessuno l'aveva mai visto, nessuno tranne Siter, il nonno di Sao.
Sao si fece spiegare de suo nonno la strada per accedere alla fortezza che si riteneva contenere la pietra preziosa.
Segui tutte le indicazioni del nonno, ma nonostante ciò dopo tre lune nuove di primavera non era ancora arrivato, pensava di essersi perso nelle valli dell' Lan-di-lion.
Una notte sognò il nonno, in equilibrio sopra il suo bastone; sognò che il nonno lo guardava e gli diceva:
"Se cerchi la via inciampi nelle spine ma quando perdi la via acquisti la Sabbia delle assolate regioni del Sud".
Capì e tornò verso la sua dimora.
Tornato scoprì che suo nonno Siter aveva gia preso la Stella dello Smeraldo, nella sua giovetù delle passioni.
Sao morì.
Siter contemplò l'universo nella sua semplice assurdità.
mercoledì, giugno 21, 2006
L'ultima freccia dell'arco
La strada della capitale era ancora trafficata dai meritevoli Drefinidi del Sud quando il Guerriero ricobbe la sua via.
Da sotto la cascata sentì l'infinito bisbigliarli nell'orecchio dicendogli:
- Come tieni la spada cosi maneggi la vita ma come osservi il petalo di Ciliegio che cade dal ramo scosso dalla gentile brezza di un meriggio assolato così sconfiggi la morte. -
Capì, andò in battaglia e tornò vincitore.
Da sotto la cascata sentì l'infinito bisbigliarli nell'orecchio dicendogli:
- Come tieni la spada cosi maneggi la vita ma come osservi il petalo di Ciliegio che cade dal ramo scosso dalla gentile brezza di un meriggio assolato così sconfiggi la morte. -
Capì, andò in battaglia e tornò vincitore.
martedì, giugno 20, 2006
L'ultimo fulmine della Tempesta
Un petalo che cade all'ombra del cipresso illumina più del faro nella più oscura Notte del Brad-fion.
domenica, giugno 18, 2006
L'amico del fiume
Le carezze del vento d'Oriente cantano questa storia a tutti i viandanti raminghi in cerca di fortuna da queste parti.
Cantano ciò:
Il fiume che scorreva rigoglioso lungo le valle delle più fertili pianure dello Lian-dil-ion si sentì solo. Aveva passato tutto il tempo della sua esistenza a scorrere, non sapeva fare altro.
Il piccolo Jian-liz-tao, figlio del Brahamino, intuì lo stato d'animo del fiume e decise di altrepassarlo a nuoto nel suo punto più profondo.
Inizio a nuotare e perciepì tutta la solitudine del fiume, non arrivò mai dall'altra parte.
Tutti capirono e il Brahamino fu illuminato.
Il Brahamino si chiamava Murin-tjo-fridec, nonno paterno del Grande Murin-laif-fridec.
giovedì, giugno 15, 2006
Il cibo del saggio
Dovea ancora sorgere la stella di Murin-Laif-fridec ma già brillava nella lucente notte di cui si poteva godere dal villaggio del vecchio saggio Bhrit-tian-ico. Il giovane Bhert-thon, vedendo il vecchio Bhrit-tian-ico che da mesi viveva in grande salute nonostante fosse in perenne digiuno, cercò di imitralo ma con scarsi risultati, tant'è che in breve tempo si ritrovò in punto di morte. Allorchè, vedendo ciò Bhrit-tian-ico esclamò -L'ULTIMO PETALO DEL TULIPANO E' CADURO NELL' OBLIO DELLA ROSA- e improvvisamente il giovane fu illuminato.
mercoledì, giugno 14, 2006
L'istante colto nell'infinito
Erano i tempi antecedenti alla lucente gloria di Murin-Laif-fridec, i tempi in cui le tenebre della stoltezza sovrastavano l'umanità e i pochi saggi dispensavano dissetanti gocce di illuminazione in questo deserto di tenebre.
Tornato dal suo eroico viaggio dalle leggendarie Terre D'Oltreoceano, il giovane Gon-kjo venne accolto come un eroe nel proprio villaggio. Raccontò delle sue vicende e delle stranezze che vide in quelle terre e tutti gli abitanti stettero ad ascoltarlo. Tutti a parte uno: un vecchio saggio che viveva in una capanna nel centrovillaggio. Il giovane non aveva mai visto questo vecchio fuori dalla sua capanna in tutta la sua vita. Sorpreso da tale comportamento, Gon-kjo si reco alla capanna del vecchio per capire perchè non partecipasse ad un evento così raro. Raccontò al vecchio le sue gesta e le cose che vide aspettandosi approvazione da questi. Quando il giovane ebbe finito di raccontare, il vecchio disse:"Un cane continuerà a mordersi la coda senza mai venirne a capo: sarà allo stesso tempo preda e predatore, non capira mai chi sta aggredendo chi. Il tuo viaggio è stato una misero granello dell'infinito del Budda"
E così il giovane fu Illuminato, capì che fino ad allora aveva udito solo menzogne e non aveva capito nulla, così si mise assieme al vecchio ad accudire i Fiori del Loto.
martedì, giugno 13, 2006
L'ultima piuma della coda della Fenice
Erano i tempi nei quali i pargoletti del villaggio ai piedi del monte Ou-ing potevano ridere felici, i tempi della Grande gloria di Murin-laif-fridec.
Giù per il passo del Panda coricato viveva un vecchio contadino, con la sua vecchia moglie e il suo clan.
L'oppio non irretiva più i loro sensi, certo, ma la carestia appena passata aveva fortemente debilitato il vecchio contadino, ormai sul letto di morte.
Aveva già dato le disposizioni da seguire quando lui sarebbe venuto a mancare, aveva ammirato i ciliegi e il Cedro danzante, si sentiva pronto per il passaggio.
La sua vecchia moglie era tuttavia un pò preoccupata, dopo una vita passata col suo sposo di nuovo sola.
Chiese alla Fenice di donarle una piuma della sua coda in modo tale da poter salvare il marito.
Purtroppo, come vi avevo detto, la carestia prima della gloria di Murin-laif-fridec aveva debilitato molti corpi, e la Fenice aveva quasi esaurito le penne della sua coda, ne avanzava una.
Se avesse tolto quella penna sarebbe morta, per sempre.
Decise ugualmente di togliersela e donarla alla vecchia che intuita la soluzione sacrificò la sua vita per la Fenice.
Il contadino guarì, colse l'illuminazione.
Quel contadino sarà ricordato dalla storia come Ad-rioy-fre Il Gran Saggio, che tutti conosciamo come il Gran Saggio di corte di Murin-laif-fridec.
domenica, giugno 11, 2006
La caduta del macigno fermata dal filo d'erba
Dopo che la pace dei ciliegi fuggenti si spense, il giovane Boz-ka-ho decise di darsi al commercio del pregiato miele dell' Ovest per poter guadagnare soldi. L'attività fu molto fruttuosa e solo dopo poche settimane ebbe già guadagnato un ingente somma di denaro. Più i soldi crescevano, piu la bramosia di possederne di piu aumentava nel giovane. Sperperava in inutili facezie i soldi, si ricopriva dei piu lussuosi vestiti e si circondava delle persone piu importanti della città.
Ebbe inizio la Sesta era e un giorno Boz-ka-ho mentre si recava verso la propria dimora notò un vecchio saggio all'ombra di un pesco; da quel giorno lo vide tutte le volte che passeggiava per quella strada e si chiedeva altrettante volte cosa stesse facendo. Dopo settimane, decise di osservarlo e notò che il vecchio si nutriva delle pesche che si staccavano dai rami, si riparava dalla pioggia con la folta chioma del pesco e si dissetava con la rugiada sui tulipani che lo circondavano.
Stupefatto di tal austerità, il giovane chiese al vecchio se non desiderasse una vita piena di comodità come la sua. Udito tale il vecchio rispose:"Non conta quanto il pruno sia vicino al fiume: la tigre ruggisce a un orso o a una formica in egual modo."
E ad un tratto Boz-ka-ho fu Illuminato, si denudò e si sedette accanto al vecchio ad attendere l'inizio della gloria di Murin-laif-fridec.
Il fiume che non smise mai di scorrere
Il Dragone speva fin troppo bene che ultime nuvole dell'inverno sarebbere sciamate nei melodici canti delgi usignoli delle lande a Sud.
Quindi decise di iniziare un viaggio attraverso tutto ciò che esisteva.
Iniziò il viaggio sfidando il Budda, gridandogli contro, con una tracotanza ma vista prima se non ai tempi di Mur il vigliacco, di poter viaggiare più dell'ILLUMINATO stesso.
Viaggiò per l'intero universo per qualche milione di anni.
Prima di esalare il suo ultimo sospiro, però, si accorse che in tutto il tempo che aveva viaggiato non aveva percorso altro che il palmo del Budda.
Il Dragone fu illuminato, morì.
giovedì, giugno 08, 2006
La fugace volpe e la paziente tartaruga
Come ogni mattina, il giovane Shon-jau si recava sul crinale delle rondini ardenti per ricevere il tepore dei caldi raggi dell'alba. Un giorno però vi trovò un vecchio saggio all'ombra della quercia e gli chiese perchè non si lasciasse accarezzare il corpo dal sole mattutino. A questo il saggio rispose:"Solo quando la Luce mi raggiungerà sotto l' ombra della quercia, potrò dire di conoscere tutte le foglie che dimorano in quest albero."
E ad un tratto il giovane fu Illuminato e si sedette assieme al vecchio ad attendere la dolce freschezza del tramonto.
mercoledì, giugno 07, 2006
La parete
Non era passato molto tempo da quando il mitico Gyn-tyu-ion aveva preso il potere nell'Ovest.
Tutti sapevano che era in grado di spezzare un muro con un solo pugno, ma la vecchietta della vallata Jhion volle sfidarlo.
-Se spezzerai anche questa parete allora potrai considerarti il vero signore dell'Ovest- disse.
Gyn-tyu-ion accetto la sfida pensado di potere abbattere ogni genere di muro, avendo dalla sua parte il potere.
Arrivò fino a dove si trovava la parete, le tirò un pugno.
La parete crollò...su di lui.
lunedì, giugno 05, 2006
venerdì, giugno 02, 2006
Il richiamo della Via
Un uccello se non avesse una casa maledirebbe le sue ali.
Così noi uomini non possiamo mai fermarci ma dobbiamo ricordare che senza radici anche la più grande quercia non resisterebbe a una leggiera brezza.
Così noi uomini non possiamo mai fermarci ma dobbiamo ricordare che senza radici anche la più grande quercia non resisterebbe a una leggiera brezza.
La spada
Esiste un ideogramma per esprimere il concetto di spada, ed esistono 25 modi per scrivere quel carattere.
Un giorno un uomo mi chiese di scrivere nel 26esimo modo il concetto di spada.
Passai giorni in meditazione e in digiuno, le lune seguivano i soli, e i soli le lune.
Capii.
Il 26esimo modo di scrivere spada era sapere che IL GUERRIERO poteva non usare la spada, bastava pensare alla spada, non potere usare la spada significava non avere bisogno della spada e IL GUERRIERO che non ha bisogno della spada è IL GUERRIERO che può sconfiggere ogni spada.
La dolce carezza della brezza dell'ovest
Quando i secoli scorrevano come gocce di rugiada sullo splendore del giglio, il giovane Zo-sehn decise di attingere alla piu grande saggezza.
Si recò dal saggio, e gli chiese come poter fare. Il saggio rispose:"Stolto, come puoi raggiungere il raggio di Luce quando è questi a raggiungere te?"
Un po' amaregiato, Zo-sehn si avviò verso la propria dimora. Ma quando giunse all'ombra della poderosa quercia, vi trovò il saggio che esclamò:"Anche se l'armonioso canto dell'usignolo non ragigunge la regalità dell'aquila, non si cura dell'inesorabile caduta delle piogge autunnali."
E ad un tratto Zo-sehn fu Illuminato.
La mistica scritta
Erano i tempi in cui i sacri vulcani del gruppo dello Shin-de implodevano nella loro immensa saggezza. Alle pendici di uno di questi era situata la capanna di un vecchio pastore ceco Kam-al-ri che con l'aiuto del fido cane Yako portava ogni giorno al pascolo le sue pecore.
Un giorno però il vecchio fu ritrovato morto nella sua umile dimora splendente di conoscenza. Il fido Yako da quel giorno però si ritrovò perso e privo della sua guida e decise di suicidarsi gettandosi nelle enormi fauci del vulcano. In relatà quel cane era uno stolto perchè in tutti quegli anni passati al servizio di Kam-al-ri non aveva imparato a credere nelle proprie capacità. Sulla capanna dopo la morte dei suoii abitanti compare la scritta "BELIEVE IN YOUR SKILLS".
Il male del possente Sai-niok
Il sovrano del grande regno del Nord, il possente Sai-noik, passava la sua vita meditando e aiutando il suo popolo.
Ma quella volta, quando un corrotto bonzo tibetano si presentò da lui, a stento resse la sua pazienza.
Il bonzo maledisse la salute di Sai-noik, e il sovrano sentì che i suoi giorni stavano per giungere a un termine.
Prima di morire, però, aprì le mani e ci lascio con una massima che ancora oggi illumina le vite di chi la ode:
-Il fiore della vanità cresce rigogliso in quelli assolati meandri della voglia umana, guai a chi sente la vita sciogliersi di sotto ai piedi, guai a chi prende il tempo per accantonarlo o non si riserva del tempo per sè, guai a chi non agisce nella lealtà della luce del Sole e di notte non dorme accarezzato dalla fatata Luna dello Liandilion, guai a chi pensa di essere saggio quando in realtà teme la sua stessa ombra.-
Sai-noik morì stroncato da un possente male e tutto il regno del Nord lo piasse per tutti i tre mesi di compianto prescritti dalla legge.
Il bonzo smise di praticare le vie malvagie.
mercoledì, maggio 31, 2006
Il pianto del grande Cedro Danzante
Erano i grandi giorni della gloria di Murin-laif-fridec, i giorni nei quali l'acqua bruciava e il grande Cedro dispensava consigli.
La piccola Dalian aveva appena perso la voglia di vivere e allora il grande Cedro danzò per lei, pianse.
La piccola Dalian capì, crebbe con la gioia della vita in corpo.
Un inverno però, quando la gloria di Murin-laif-fridec smise di brillare, il freddo busso alla porta di Dalian, ormai adulta e sposata.
Lei decise di andare nel bosco a prendere la legna, tagliò il suo amico Cedro.
Il cedro pianse.
Dalian morì.
domenica, maggio 28, 2006
sabato, maggio 27, 2006
La fonte
Sono anni che provo a comprendere la saggezza dell'uomo che pronunciò questa frase:
-Il silenzio grida consigli inudibili a chi ascolta con le orecchie -.
-Il silenzio grida consigli inudibili a chi ascolta con le orecchie -.
martedì, maggio 23, 2006
Anche se il sasso rompe la finestra, non è detto che da questa entri aria fredda
Ritorno da pochi giorni nella così detta "civiltà"(nome convenzionale attribuito dall'uomo a questo stato di organizzazione)...
Dopo aver trascorso i mesi passati spargendo il seme dell'Illuminata Via sulle fertili ed incontaminate menti di una piccola comunità di monaci tibetani, mi accingo a riportare tra voi la complessa semplicità della Bhudda's way.
Voglio raccontarvi un breve brano, il cui contenuto è talmente illuminante che potrebbe esser paragonato alla semplicità di un volo di rondine.
Durante le ultime mattine d'estate, il saggio raccontò questo brano al suo discepolo piu ingordo di verità:
-Agli albori delle prime ere, vi era una voragine che non riceveva acqua da secoli. Essa era di una forma tale da poter ospitare il piu bel giardino tra tutte le voragini e vallate vicine ma, non avendo fiumi che scorressero in essa, era tra le piu brutte e di questo se ne crucciava.
Una notte la voragine urlò con collera al cielo:"Quando l'acqua scorrerà tra le mie pietre, sarò ormai una montagna!"
Al che il cielo inizio a far cadere una goccia...il giorno dopo ne fece cadere un altra...il giorno seguente un altra...e così continuò per settimane.
La voragine sentendosi presa in giro urlò con ancora piu collera:"Quando un rigagnolo scorrerà tra le mie fenditure, sarò ormai un vulcano!"
Ma il cielo continuò così per secoli, ricevendo noncurante le imprecazioni della voragine ingorda di acqua.
Nei primi giorni della nuova primavera, la voragine si rese conto che conteneva così tanta acqua da formare un oceano, al che il cielo esclamo:"Quando un petalo del tuo prato volerà tra i miei venti, sarò ormai un filo d'erba!"-
E il giovane discepolo fu Illuminato.
Dopo aver trascorso i mesi passati spargendo il seme dell'Illuminata Via sulle fertili ed incontaminate menti di una piccola comunità di monaci tibetani, mi accingo a riportare tra voi la complessa semplicità della Bhudda's way.
Voglio raccontarvi un breve brano, il cui contenuto è talmente illuminante che potrebbe esser paragonato alla semplicità di un volo di rondine.
Durante le ultime mattine d'estate, il saggio raccontò questo brano al suo discepolo piu ingordo di verità:
-Agli albori delle prime ere, vi era una voragine che non riceveva acqua da secoli. Essa era di una forma tale da poter ospitare il piu bel giardino tra tutte le voragini e vallate vicine ma, non avendo fiumi che scorressero in essa, era tra le piu brutte e di questo se ne crucciava.
Una notte la voragine urlò con collera al cielo:"Quando l'acqua scorrerà tra le mie pietre, sarò ormai una montagna!"
Al che il cielo inizio a far cadere una goccia...il giorno dopo ne fece cadere un altra...il giorno seguente un altra...e così continuò per settimane.
La voragine sentendosi presa in giro urlò con ancora piu collera:"Quando un rigagnolo scorrerà tra le mie fenditure, sarò ormai un vulcano!"
Ma il cielo continuò così per secoli, ricevendo noncurante le imprecazioni della voragine ingorda di acqua.
Nei primi giorni della nuova primavera, la voragine si rese conto che conteneva così tanta acqua da formare un oceano, al che il cielo esclamo:"Quando un petalo del tuo prato volerà tra i miei venti, sarò ormai un filo d'erba!"-
E il giovane discepolo fu Illuminato.
domenica, aprile 09, 2006
La capanna del vecchio Jin-Ion-Shoutoi
Era appena terminata l'alba e il monaco Jin-Ion-Shoutoi dispensava saggezza a chiunque ne avesse bisogno.
Un tramonto del mese di marzo tornò a casa, ma la sua casa non c'era più.
Capì, comprese l'intima essenza dell'universo.
Non aveva sbagliato stada, allora si fermò sotto il ridente pruno dove passò il resto della sua vita.
Quando uno stolto gli chise perchè non tornasse più verso la sua dimora egli lo guardò negli occhi, sorrise, ed esclamò:
-I fiori non hanno bisogno di una casa e io sono un fiore sulla mano dello Zen-.
Detto questo morì.
Lo stolto prese il suo posto sotto il ridente pruno.
Un tramonto del mese di marzo tornò a casa, ma la sua casa non c'era più.
Capì, comprese l'intima essenza dell'universo.
Non aveva sbagliato stada, allora si fermò sotto il ridente pruno dove passò il resto della sua vita.
Quando uno stolto gli chise perchè non tornasse più verso la sua dimora egli lo guardò negli occhi, sorrise, ed esclamò:
-I fiori non hanno bisogno di una casa e io sono un fiore sulla mano dello Zen-.
Detto questo morì.
Lo stolto prese il suo posto sotto il ridente pruno.
sabato, marzo 11, 2006
Lo stolto e il saggio
Sono passati anni dall'ultima volta che ho raccontato questa storia, poichè il suo contenuto è illuminante e un sorso di Verità disseta molto più di fiumi di menzogne.
Su nelle montagne dello Zi-pang viveva un vecchio molto saggio con un ragazzino ,avevano imparato a convivere nonostante l'irruenza del giovane e la calma del vecchio.
IL primo giorni di primavera di quell'anno però il giovinotto attinse dalla più grande saggiezza, che è posseduta dentro ognuno di noi,guardo il vecchio e disse:
Non attendere il tramonto sotto la dolce olmbra del giunco ma corrigli incontro.
Il vecchio udito tale parlare rispose:
Quando avrò smesso di correre avrò rifiutato l'ombra del giunco.
Entrambi furono illuminati e attesero il tramonto sotto la dolce ombra dei giunchi
Su nelle montagne dello Zi-pang viveva un vecchio molto saggio con un ragazzino ,avevano imparato a convivere nonostante l'irruenza del giovane e la calma del vecchio.
IL primo giorni di primavera di quell'anno però il giovinotto attinse dalla più grande saggiezza, che è posseduta dentro ognuno di noi,guardo il vecchio e disse:
Non attendere il tramonto sotto la dolce olmbra del giunco ma corrigli incontro.
Il vecchio udito tale parlare rispose:
Entrambi furono illuminati e attesero il tramonto sotto la dolce ombra dei giunchi
venerdì, marzo 10, 2006
Anche il ferro più resistente si può arrugginire.
Dopo un periodo di meditazione sul crinale dei petali avorei, ritorno alla società e mi accingo ad affrontare l'arduo compito dello spiegare parziale conoscenza dell'Illuminata Via.
Prima di iniziare in questo vi voglio narrare un altro breve brano.
Un giorno il ricco gioielliere della città si recò dal Saggio e gli porse 2 diamanti in apparenza perfettamente uguali. Vi era solo una differenza: uno era vero mentre l'altro era fasullo. Egli disse "Ecco, quello che sceglierai sarà tuo".
Senza nemmeno pensarci, il Saggio ne prese uno. Il gioielliere lo guardò e gli disse: "Il diamante che hai scelto è quello..." ma fu zittito da un gesto del Saggio.
Offeso, il gioielliere fece per andarsene, ma quando fu sull'uscio il saggio esclamò: "una goccia della più umile acqua e una goccia del più pregiato The ci dissetano in egual modo."
E ad un tratto il gioielliere fu Illuminato.
Prima di iniziare in questo vi voglio narrare un altro breve brano.
Un giorno il ricco gioielliere della città si recò dal Saggio e gli porse 2 diamanti in apparenza perfettamente uguali. Vi era solo una differenza: uno era vero mentre l'altro era fasullo. Egli disse "Ecco, quello che sceglierai sarà tuo".
Senza nemmeno pensarci, il Saggio ne prese uno. Il gioielliere lo guardò e gli disse: "Il diamante che hai scelto è quello..." ma fu zittito da un gesto del Saggio.
Offeso, il gioielliere fece per andarsene, ma quando fu sull'uscio il saggio esclamò: "una goccia della più umile acqua e una goccia del più pregiato The ci dissetano in egual modo."
E ad un tratto il gioielliere fu Illuminato.
martedì, febbraio 28, 2006
Il pendolo si allontana, ma prima o poi ritorna.
Il giovane Mandarino Shee-ngo-La si recò dal saggio e gli chiese come poter raggiungere la massima saggezza Zen.
Il vecchio saggio si tagliò una ciocca di capelli, la buttò nel fuoco, lo spense e si mise in testa la cenere. Il giovane esterefatto rimase a pensare al gesto appena compiuto dal saggio, ma non riuscì a capirne il motivo. Dopo qualche minuto di silenzio il giovane si alzo e fece per andarsene, ma appena fu sull'uscio il vecchio saggio Zen esclamò:" La rugiada sul ciliegio nascente ".
E ad un tratto il giovane fu Illuminato.
Il vecchio saggio si tagliò una ciocca di capelli, la buttò nel fuoco, lo spense e si mise in testa la cenere. Il giovane esterefatto rimase a pensare al gesto appena compiuto dal saggio, ma non riuscì a capirne il motivo. Dopo qualche minuto di silenzio il giovane si alzo e fece per andarsene, ma appena fu sull'uscio il vecchio saggio Zen esclamò:" La rugiada sul ciliegio nascente ".
E ad un tratto il giovane fu Illuminato.
sabato, febbraio 25, 2006
Il fiore del loto.
Il Fiore del loto. Un' affermazione che vale piu di ogni bottiglia di Guinness e ha numero di significati maggiore a quello delle stelle nel firmamento...
A cosa serve questo blog? Qual è il suo scopo? E chi ha mai ucciso l'uomo ragno?
Grazie a questa piccola goccia nell'immenso oceano della rete mondiale, avremo la possibilità di scoprire l' Illuminata Via.
L'illuminata Via è la nobile scuola di pensiero fondata da me e il mio fidato compagno Ses-Wee-zoo-Ta che con il tempo necessario, andrò a spiegare esaudientemente...
Believe in Buddha's way.
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