lunedì, agosto 27, 2007

Autunno

In autunno

i rami si spogliano del

loro passato e

nudi

attendono con

fede il futuro

Ballata

Tradurre nella nostra lingua e con le nostre povere parole le canzoni del bardo girovago Jo-lilb è un'impresa assai complessa e alquanto impervia, tuttavia non possiamo fare a meno di provarci.


Un'altro bivio sotto i piedi

scegli il meglio senza lasciarti condizionare dal destino,

forse è imprevedibile ma in fondo è giusto,

ognuno ha la sua possibilità nella vita.


La via del pianto

Ciparisso era un giovane cacciatore dell’isola di Ceo, abile nell'arte della lancia, che si affezionò ad un cervo particolarmente mansueto, sacro alle sacedotesse del tempio di Zai-ma.

Un giorno, durante una battuta di caccia, Ciparisso, credendolo selvatico, colpì per sbaglio il cervo con la sua lancia migliore, e lo uccise.

Resosi conto dell’errore, Ciparisso, afflitto ed inconsolabile, chiese agli dei di poter essere a lutto in eterno: venne quindi trasformato in un albero millenario, chiamato appunto cipresso dal suo nome, che da allora è di conforto ai defunti.

venerdì, agosto 24, 2007

Mare


Meditavo sopra uno scoglio, in riva al magnifico mare delle desolate lande del confine del regno di Ramidash, e mi sovvenne una breve ma intesa illuminazione.


Anche nelle più remote e impervie zone del pianeta, persino dove l'occhio di Bal-rigon, il più abile osservatore tra gli uomini mai esistiti, non può scrutare null'altro che ombra, pura lì si cela la vita...non c'è nè quindi anche nell'uomo un po' di quella scintilla di vita che spinge a grandi imprese e chiama tutti a grandi fatti?

domenica, agosto 19, 2007

Riunione


-Non mi sento solo, sono solo-.
Disse così l'eremita chiamato Orso Niel-da. Disse ciò poichè era tornato nel suo eremitaggio dopo che si era rivisto con la sua vecchia compagnia di discepoli dello Zen.
C'era Fortibraccio, proveneinte dalle foreste di Lon-bov, maestro del mitico Gyn-tyu-ion. C'era la saggia Marmotta, il famoso Mar-the-nhon, il venerabile Jo-so.
Come non citare il druido delle lande del Nord soprannominato Bryth-tish o l'amabile maga Ben o la famosissima dottoressa e curatrice, che abita nelle regioni del sud, e che è da tutti soprannominata Zan-so?

Il folle uomo che aveva speso parte della sua vita nelle terre d'Oltreoceano, chiaramente a guerre concluse, ossia Tom-til-lien c'era all'appello, così come il viaggiatore, del quale una leggenda narra che abbia viaggiato più dello stesso Mur il vigliacco, Nai-lyn Jamm, carissimo amico di peripezie.
Ahimè mancava il saggio soprannominato da tutti La Volpe Cogitante, ma tutti nutrono per lui delle infinità d'affetto egualmente, mancava anche il rozzo ma buon servitore del venerando Bonzo, lo scaltro Zany-baz delle terre di Lon-bov. Mancava il vecchio compagno d'avventure salutato come Gyr-den con la sua compagna, By-bha la contorsionista.
Il religiosissimo chiamato Baerth-ony e il musicante ramingo dei lontani altipiani del Sud: Rocque el-Pajero, non poterono presentarsi per motivi a me ignoti.
Tuttavia fu una bella adunzanza.
Sul tardi arrivai anch'io, Ses-wee-zo-ta, col cuore pieno di gioia nel vedere amici cari, proferii queste parole:
-Il cielo non grida 'Addio' alle goccie delle prime piogge d'oriente perchè prima o poi si riuniranno sotto il Sole dell'Est-.
Tutti furono concordi.

sabato, agosto 11, 2007

Il manoscritto


Già sapete perchè impieghiamo tanto per scrivere poco, come dicevano i latini: inteligenti pauca!


Il nettare della fine dell'invidia [terza era]


-quindi non chiedere il perchè ma smetti in fretta di angustarti sulle vecchie pergamene dei templi antichi affinchè il loro sapere diventi nulla più che una piccola appendice di quella grande ed incontrollabile forza che è la vita. Non devi temere di perderti perchè devi capire capire che espolreraidimensioni e spazi dove nessuno ha mai messo piede, tempi mai pervenuti a conoscienza e lezioni mai undito. La folle ride del saggio che medita ma il saggio piange per la folla che ride.-


Erano questi gli ammaestramenti di colui che forse è uno dei più grandi maestri Zen che il mondo abbia mai conosciuto.

venerdì, agosto 10, 2007

I semi che dispersero i fiori


Vi narrerò un altro breve brano tratto dal manuscritto che attualmente è sotto esame da me e gli altri saggi...


"Quando il giacinto conobbe le ambizioni [Seconda Era]


...Le rondini mormorano ai passanti le proprie memorie, il cervo distribuisce benevolmente la propria pace.

Il Dragone incontrò la montagna, la quale chiese "come posso contribuire nel bene del mondo?"
Il Dragone sospirò un soffio tale da sollevare la terra, e la montagna capì come proseguire.

Incontrò poi la valle la quale chiese al Dragone il medesimo quesito. Il Dragone emanò una fiammata da far sciogliere il ghiaccio, che divenne un fiume che attraversava la valle, e la valle capì come proseguire assieme al suo fratello fiume.

Incontrò poi il fuoco, che gli chiese in che modo poteva utilizzare la sua natura. Il Dragone fece divenire cenere una parte della foresta, dalla cui cenere nacquero nuove e più numerose piante. Il fuoco capì, e la foresta capì il fuoco.

Dopo aver trascorso secoli a fornire consigli, si trovò infine dinnanzi all'Uomo. L'Uomo scagliò una pietra contro il Dragone. Il Dragone non capì l'Uomo."

sabato, agosto 04, 2007

Le nuvole che caddero dalla pioggia

Vi narrerò un brano contenuto in un antico manuscritto, attualmente sotto studio da me e gli altri 3 saggi. Ci scusiamo quindi per l'assenza sul blog, ma i fiori sbocciano nel momento più opportuno, ne prima, ne dopo.



"Lande dell'ovest, Quando i pruni dimenticarono l'avvenire [Settima Era]



...I signori della guerra dominavano e conquistavano qualsiasi terra su cui si posasse il loro sguardo. Istigavano le genti alla lotta, i villaggi continuavano a scontrarsi in battaglie per la volontà dei signori della guerra, per loro semplice spirito di competizione e per la loro sete di fama e gloria. Si sa bene come il cuore degli uomini sia suscetibile al sapore del potere.

Una mattina della seconda estate scese dalle alture dello Zi-Pang un anziano eremita che predicò pace e coesione. Passava di villaggio in villaggio a profetizzare giorni di prosperità e benessere se solo si fossero lasciate perdere le ostilità. Vide che le sue parole di saggezza vennero accolte dagli abitanti, e ciò era cosa buona. Dapprima ignorato dai signori della guerra, divenne poi per loro un problema quando gli abitanti dei villaggi non rispondevano alla chiamata alle armi. Fu allora che si recarono personalmente ad uccidere l'eremita. Egli non oppose resistenza, morì sotto il ferro della spada con un sorriso, cosciente che il suo messaggio era stato accolto. Venuti a sapere dell'avvenimento, i villaggi si ribellarono ai loro tiranni, i quali furono costretti a fuggire.

Si seppe poi in seguto che si ritirarono nel deserto, dove trascorsero giorni di patimento e dolore ben superiore a quello che provocarono ai villaggi. Una notte l'eremita comparve in sogno a tutti gli abitanti, ammonendoli di non lasciare i signori della guerra a morire nel deserto, ma di accoglierli nei villaggi con ospitalità e tolleranza; punizione ben piu dolorosa rispetto a quella che stavano affrontando nel deserto. Così gli abitanti fecero.

I signori della guerra capirono i loro misfatti e non sapendo in che modo proseguire la loro esistenza con un simile fardello, si ritirarono in un tempio taoista."



Questa storia si vuole posare sui duri cuori degli intolleranti, come la pioggia fa divenire l'arida terra un verdeggiante prato.