venerdì, giugno 30, 2006

Le origini


Il saggio non dimentica da dove proviene.
Il sapiente non ricorda da dove proviene ma sa dove andrà.

La stella dello Smeraldo


Non tutti hanno il cuore per ascoltare le Montagne di Nior raccontare queste storie; io ci riuscii e me le segnai indelebilmente nella mia mente.
I Grifoni del giardino del Sultano erano più di migliaia all'epoca del grande avvenimento.
I Dreidi commerciavano le migliori sete di Migiod, e le acque continuavano a scorrere.
Sao, il più intrapredente dei commercianti Dreidi, volle cercare la Stella dello Smeraldo, il più famoso grande e rinomato gioiello del mondo.
Nessuno l'aveva mai visto, nessuno tranne Siter, il nonno di Sao.
Sao si fece spiegare de suo nonno la strada per accedere alla fortezza che si riteneva contenere la pietra preziosa.
Segui tutte le indicazioni del nonno, ma nonostante ciò dopo tre lune nuove di primavera non era ancora arrivato, pensava di essersi perso nelle valli dell' Lan-di-lion.
Una notte sognò il nonno, in equilibrio sopra il suo bastone; sognò che il nonno lo guardava e gli diceva:
"Se cerchi la via inciampi nelle spine ma quando perdi la via acquisti la Sabbia delle assolate regioni del Sud".
Capì e tornò verso la sua dimora.
Tornato scoprì che suo nonno Siter aveva gia preso la Stella dello Smeraldo, nella sua giovetù delle passioni.
Sao morì.
Siter contemplò l'universo nella sua semplice assurdità.

mercoledì, giugno 21, 2006

L'ultima freccia dell'arco

La strada della capitale era ancora trafficata dai meritevoli Drefinidi del Sud quando il Guerriero ricobbe la sua via.
Da sotto la cascata sentì l'infinito bisbigliarli nell'orecchio dicendogli:
- Come tieni la spada cosi maneggi la vita ma come osservi il petalo di Ciliegio che cade dal ramo scosso dalla gentile brezza di un meriggio assolato così sconfiggi la morte. -
Capì, andò in battaglia e tornò vincitore.

martedì, giugno 20, 2006

L'ultimo fulmine della Tempesta

Un petalo che cade all'ombra del cipresso illumina più del faro nella più oscura Notte del Brad-fion.

domenica, giugno 18, 2006

L'amico del fiume


Le carezze del vento d'Oriente cantano questa storia a tutti i viandanti raminghi in cerca di fortuna da queste parti.
Cantano ciò:
Il fiume che scorreva rigoglioso lungo le valle delle più fertili pianure dello Lian-dil-ion si sentì solo. Aveva passato tutto il tempo della sua esistenza a scorrere, non sapeva fare altro.
Il piccolo Jian-liz-tao, figlio del Brahamino, intuì lo stato d'animo del fiume e decise di altrepassarlo a nuoto nel suo punto più profondo.
Inizio a nuotare e perciepì tutta la solitudine del fiume, non arrivò mai dall'altra parte.
Tutti capirono e il Brahamino fu illuminato.
Il Brahamino si chiamava Murin-tjo-fridec, nonno paterno del Grande Murin-laif-fridec.

giovedì, giugno 15, 2006

Il cibo del saggio


Dovea ancora sorgere la stella di Murin-Laif-fridec ma già brillava nella lucente notte di cui si poteva godere dal villaggio del vecchio saggio Bhrit-tian-ico. Il giovane Bhert-thon, vedendo il vecchio Bhrit-tian-ico che da mesi viveva in grande salute nonostante fosse in perenne digiuno, cercò di imitralo ma con scarsi risultati, tant'è che in breve tempo si ritrovò in punto di morte. Allorchè, vedendo ciò Bhrit-tian-ico esclamò -L'ULTIMO PETALO DEL TULIPANO E' CADURO NELL' OBLIO DELLA ROSA- e improvvisamente il giovane fu illuminato.

mercoledì, giugno 14, 2006

L'istante colto nell'infinito


Erano i tempi antecedenti alla lucente gloria di Murin-Laif-fridec, i tempi in cui le tenebre della stoltezza sovrastavano l'umanità e i pochi saggi dispensavano dissetanti gocce di illuminazione in questo deserto di tenebre.
Tornato dal suo eroico viaggio dalle leggendarie Terre D'Oltreoceano, il giovane Gon-kjo venne accolto come un eroe nel proprio villaggio. Raccontò delle sue vicende e delle stranezze che vide in quelle terre e tutti gli abitanti stettero ad ascoltarlo. Tutti a parte uno: un vecchio saggio che viveva in una capanna nel centrovillaggio. Il giovane non aveva mai visto questo vecchio fuori dalla sua capanna in tutta la sua vita. Sorpreso da tale comportamento, Gon-kjo si reco alla capanna del vecchio per capire perchè non partecipasse ad un evento così raro. Raccontò al vecchio le sue gesta e le cose che vide aspettandosi approvazione da questi. Quando il giovane ebbe finito di raccontare, il vecchio disse:"Un cane continuerà a mordersi la coda senza mai venirne a capo: sarà allo stesso tempo preda e predatore, non capira mai chi sta aggredendo chi. Il tuo viaggio è stato una misero granello dell'infinito del Budda"
E così il giovane fu Illuminato, capì che fino ad allora aveva udito solo menzogne e non aveva capito nulla, così si mise assieme al vecchio ad accudire i Fiori del Loto.

martedì, giugno 13, 2006

L'ultima piuma della coda della Fenice


Erano i tempi nei quali i pargoletti del villaggio ai piedi del monte Ou-ing potevano ridere felici, i tempi della Grande gloria di Murin-laif-fridec.
Giù per il passo del Panda coricato viveva un vecchio contadino, con la sua vecchia moglie e il suo clan.
L'oppio non irretiva più i loro sensi, certo, ma la carestia appena passata aveva fortemente debilitato il vecchio contadino, ormai sul letto di morte.
Aveva già dato le disposizioni da seguire quando lui sarebbe venuto a mancare, aveva ammirato i ciliegi e il Cedro danzante, si sentiva pronto per il passaggio.
La sua vecchia moglie era tuttavia un pò preoccupata, dopo una vita passata col suo sposo di nuovo sola.
Chiese alla Fenice di donarle una piuma della sua coda in modo tale da poter salvare il marito.
Purtroppo, come vi avevo detto, la carestia prima della gloria di Murin-laif-fridec aveva debilitato molti corpi, e la Fenice aveva quasi esaurito le penne della sua coda, ne avanzava una.
Se avesse tolto quella penna sarebbe morta, per sempre.
Decise ugualmente di togliersela e donarla alla vecchia che intuita la soluzione sacrificò la sua vita per la Fenice.
Il contadino guarì, colse l'illuminazione.
Quel contadino sarà ricordato dalla storia come Ad-rioy-fre Il Gran Saggio, che tutti conosciamo come il Gran Saggio di corte di Murin-laif-fridec.

domenica, giugno 11, 2006

La caduta del macigno fermata dal filo d'erba


Dopo che la pace dei ciliegi fuggenti si spense, il giovane Boz-ka-ho decise di darsi al commercio del pregiato miele dell' Ovest per poter guadagnare soldi. L'attività fu molto fruttuosa e solo dopo poche settimane ebbe già guadagnato un ingente somma di denaro. Più i soldi crescevano, piu la bramosia di possederne di piu aumentava nel giovane. Sperperava in inutili facezie i soldi, si ricopriva dei piu lussuosi vestiti e si circondava delle persone piu importanti della città.
Ebbe inizio la Sesta era e un giorno Boz-ka-ho mentre si recava verso la propria dimora notò un vecchio saggio all'ombra di un pesco; da quel giorno lo vide tutte le volte che passeggiava per quella strada e si chiedeva altrettante volte cosa stesse facendo. Dopo settimane, decise di osservarlo e notò che il vecchio si nutriva delle pesche che si staccavano dai rami, si riparava dalla pioggia con la folta chioma del pesco e si dissetava con la rugiada sui tulipani che lo circondavano.
Stupefatto di tal austerità, il giovane chiese al vecchio se non desiderasse una vita piena di comodità come la sua. Udito tale il vecchio rispose:"Non conta quanto il pruno sia vicino al fiume: la tigre ruggisce a un orso o a una formica in egual modo."
E ad un tratto Boz-ka-ho fu Illuminato, si denudò e si sedette accanto al vecchio ad attendere l'inizio della gloria di Murin-laif-fridec.

Il maggior grado di illuminazione



L'importante è la salute

Il fiume che non smise mai di scorrere


Il Dragone speva fin troppo bene che ultime nuvole dell'inverno sarebbere sciamate nei melodici canti delgi usignoli delle lande a Sud.
Quindi decise di iniziare un viaggio attraverso tutto ciò che esisteva.
Iniziò il viaggio sfidando il Budda, gridandogli contro, con una tracotanza ma vista prima se non ai tempi di Mur il vigliacco, di poter viaggiare più dell'ILLUMINATO stesso.
Viaggiò per l'intero universo per qualche milione di anni.
Prima di esalare il suo ultimo sospiro, però, si accorse che in tutto il tempo che aveva viaggiato non aveva percorso altro che il palmo del Budda.
Il Dragone fu illuminato, morì.

giovedì, giugno 08, 2006

La fugace volpe e la paziente tartaruga


Come ogni mattina, il giovane Shon-jau si recava sul crinale delle rondini ardenti per ricevere il tepore dei caldi raggi dell'alba. Un giorno però vi trovò un vecchio saggio all'ombra della quercia e gli chiese perchè non si lasciasse accarezzare il corpo dal sole mattutino. A questo il saggio rispose:"Solo quando la Luce mi raggiungerà sotto l' ombra della quercia, potrò dire di conoscere tutte le foglie che dimorano in quest albero."
E ad un tratto il giovane fu Illuminato e si sedette assieme al vecchio ad attendere la dolce freschezza del tramonto.

mercoledì, giugno 07, 2006

La parete


Non era passato molto tempo da quando il mitico Gyn-tyu-ion aveva preso il potere nell'Ovest.
Tutti sapevano che era in grado di spezzare un muro con un solo pugno, ma la vecchietta della vallata Jhion volle sfidarlo.
-Se spezzerai anche questa parete allora potrai considerarti il vero signore dell'Ovest- disse.
Gyn-tyu-ion accetto la sfida pensado di potere abbattere ogni genere di muro, avendo dalla sua parte il potere.
Arrivò fino a dove si trovava la parete, le tirò un pugno.
La parete crollò...su di lui.

lunedì, giugno 05, 2006

La risata


Rideva il saggio del riso dello stolto.
Rideva lo stolto del riso del saggio.

venerdì, giugno 02, 2006

La Fiamma

Non maledire il buio se puoi benedire una piccola fiammella.

Il richiamo della Via

Un uccello se non avesse una casa maledirebbe le sue ali.
Così noi uomini non possiamo mai fermarci ma dobbiamo ricordare che senza radici anche la più grande quercia non resisterebbe a una leggiera brezza.

La spada


Esiste un ideogramma per esprimere il concetto di spada, ed esistono 25 modi per scrivere quel carattere.
Un giorno un uomo mi chiese di scrivere nel 26esimo modo il concetto di spada.
Passai giorni in meditazione e in digiuno, le lune seguivano i soli, e i soli le lune.
Capii.
Il 26esimo modo di scrivere spada era sapere che IL GUERRIERO poteva non usare la spada, bastava pensare alla spada, non potere usare la spada significava non avere bisogno della spada e IL GUERRIERO che non ha bisogno della spada è IL GUERRIERO che può sconfiggere ogni spada.

La dolce carezza della brezza dell'ovest


Quando i secoli scorrevano come gocce di rugiada sullo splendore del giglio, il giovane Zo-sehn decise di attingere alla piu grande saggezza.
Si recò dal saggio, e gli chiese come poter fare. Il saggio rispose:"Stolto, come puoi raggiungere il raggio di Luce quando è questi a raggiungere te?"
Un po' amaregiato, Zo-sehn si avviò verso la propria dimora. Ma quando giunse all'ombra della poderosa quercia, vi trovò il saggio che esclamò:"Anche se l'armonioso canto dell'usignolo non ragigunge la regalità dell'aquila, non si cura dell'inesorabile caduta delle piogge autunnali."
E ad un tratto Zo-sehn fu Illuminato.

La mistica scritta


Erano i tempi in cui i sacri vulcani del gruppo dello Shin-de implodevano nella loro immensa saggezza. Alle pendici di uno di questi era situata la capanna di un vecchio pastore ceco Kam-al-ri che con l'aiuto del fido cane Yako portava ogni giorno al pascolo le sue pecore.
Un giorno però il vecchio fu ritrovato morto nella sua umile dimora splendente di conoscenza. Il fido Yako da quel giorno però si ritrovò perso e privo della sua guida e decise di suicidarsi gettandosi nelle enormi fauci del vulcano. In relatà quel cane era uno stolto perchè in tutti quegli anni passati al servizio di Kam-al-ri non aveva imparato a credere nelle proprie capacità. Sulla capanna dopo la morte dei suoii abitanti compare la scritta "BELIEVE IN YOUR SKILLS".

Il male del possente Sai-niok


Il sovrano del grande regno del Nord, il possente Sai-noik, passava la sua vita meditando e aiutando il suo popolo.
Ma quella volta, quando un corrotto bonzo tibetano si presentò da lui, a stento resse la sua pazienza.
Il bonzo maledisse la salute di Sai-noik, e il sovrano sentì che i suoi giorni stavano per giungere a un termine.
Prima di morire, però, aprì le mani e ci lascio con una massima che ancora oggi illumina le vite di chi la ode:

-Il fiore della vanità cresce rigogliso in quelli assolati meandri della voglia umana, guai a chi sente la vita sciogliersi di sotto ai piedi, guai a chi prende il tempo per accantonarlo o non si riserva del tempo per sè, guai a chi non agisce nella lealtà della luce del Sole e di notte non dorme accarezzato dalla fatata Luna dello Liandilion, guai a chi pensa di essere saggio quando in realtà teme la sua stessa ombra.-

Sai-noik morì stroncato da un possente male e tutto il regno del Nord lo piasse per tutti i tre mesi di compianto prescritti dalla legge.
Il bonzo smise di praticare le vie malvagie.