Mentre il saggio Ses-wee-zo-ta si apprestava a intraprendere un viaggio, verso le fertili pianure del regno Ri-m, incontrò due sue amiche di vecchia data.
L'una era Riaval, sacerdotessa del tempio Zai-ma e l'altra si faceva chiamare Ianiviv, famosissima asceta delle desolate lande del Nord.
I tre ricordarono con piacere i momenti passati assieme nella loro prima giovinezza, gli allenamenti nel tempio, le discipline meditative, gli amici in comune e gli amori perduti. Ma arrivò un momento durante il cammino nel quale le due sacerdotesse posero il seguente inerrogativo al pio Bonzo:
- Se dovessimo smettere di viaggiare per gli angusti meandri della vita,se volessimo fermarci a contemplareil dolce sole dell'Ovest, ci dovremmo ritenere arrivate oppure la strada del loto è tutta da percorrere?-
Ses-wee-zo-ta rimase impressionato dalla domanda delle sue compagne di viaggio e le premiò con una delle sue risposte più famose, tale che i mercanti drefinidi se la impressero sulle loro braccia per generazioni:
- Forse è proprio del genere umano il viaggio, ma non conta il Sole che si è riusciti ad ammirare, o le terre d'occidente che si è visitato, quanto l'aver trovato nel Sole una guida per i passi del giorno e nella luna una guida per le ore della notte. Il loto sboccia in chi coglie l'utimo raggio del sole sopra l'orizzonte.-
Tutti e tre goderono dell'illuminazione proferita da quelle parole.
1 commento:
Grazie
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