venerdì, maggio 18, 2007

Il giunco e la ginestra

In una candida notte, illuminata solo dai rigogliosi raggi della più bianca delle lune Lune che si vedono dagli altipiani desolati, percorsi solo dagli eremiti, da alcuni mercanti drefinidi e da alcuni saggi in pellegrinaggio verso il Tempio della Capitale, l'allievo pose il seguente interogativo al maestro.

-Come posso disinteressarmi di tutte le cose vacue che mi sembrano più che necessarie?- chiese il giovane yogi al Bonzo soprannominato 'La volpe cogitante'.


Il saggio rispose:-Poni il giungo con la bella ginestra-.

Prese dell'erba in mano e la soffiò via. L'allievo per un istante capì.

9 commenti:

Anonimo ha detto...

i casi sono 2: o ti illumini e vivi da saggio, o ti suicidi perchè ti sforzi così tanto ma non capisci e perdi la testa

Ses-wee-zo-ta ha detto...

il suicidio non è una soluzione per due motivi:

1- ci si arrende smettendo di combattere
2- è una scelta egoistica, si pensa solo a se stessi e non al dolore dei cari.

caro mio

Anonimo ha detto...

hai presente gli altri racconti?per es." il saggio disse.... l'allievo no capì e si impiccò" era riferito a quello

Anonimo ha detto...

cmq, ci vuole più coraggio a vivere che a suicidarsi

Anonimo ha detto...

bel blog riga.... alla prossima

Mar-tee-nhon ha detto...

...non capisci e perdi la testa?

Ses-wee-zo-ta ha detto...

quando nei racconti un allievo non capisce e si suicida SBAGLIA.

Fa bene chi invece impiega tutta la vita per capire anche solo un piccolo passaggio.

Anonimo ha detto...

forse mi sono spiegato male, non ho detto che è un bene suicidarsi se non si comprende qualcosa..non è una bella cosa suicidarsi

Anonimo ha detto...

forse mi sono spiegato male, non ho detto che è un bene suicidarsi se non si comprende qualcosa..non è una bella cosa suicidarsi